Corigliano-Rossano/Crotone, Lauria (CMG): “Ogni morto è una sconfitta collettiva”

Corigliano-Rossano/Crotone, Lauria (CMG): “Ogni morto è una sconfitta collettiva”

È giunto il momento per indignarsi davvero, per alzarsi dalla sedia, per fare qualcosa

È morto un ragazzo. Diciassette anni. E come sempre, si dice che non è il momento per certe parole. Che bisogna rispettare il dolore. Che è ora del silenzio. Ma il momento giusto non arriva mai. Il momento per indignarsi davvero, per alzarsi dalla sedia, per fare qualcosa. E allora sì, mi scatta dentro una rabbia che non riesco più a trattenere. Non cerco colpevoli facili. Non serve puntare il dito né a destra né a sinistra. Non serve dare addosso all’ANAS, alla politica, agli uffici pubblici. A ferire di più è l’inerzia generale, l’apatia quotidiana, quella rassegnazione che ormai è diventata abitudine. La colpa è di noi tutti. Quelle poche e rare volte in cui si è scesi in piazza, lo si è fatto in modo generico, confuso, senza obiettivi concreti. Si è parlato della Statale 106, come se bastasse nominarla per risolvere qualcosa. Ma qui c’è dell’altro. Ci sono chilometri di strada insicura, attraversamenti urbani pericolosi, carreggiate strette, segnaletica scarsa, illuminazione che non esiste, curvoni a carreggiata stretta quasi da slalom. Lo ripeto da anni: la tratta Corigliano-Rossano-Crotone doveva essere una priorità. È un tratto fragile, vitale, eppure mai ascoltato.

Si è preferito puntare su Roseto-Sibari-Corigliano Rossano, su Crotone- Catanzaro. Una scelta fatta per rispondere a logiche economiche, centraliste. Ma non certo in base alla sicurezza. Chi prende queste decisioni, lo voglio vedere: venga a dimostrare davanti alla cittadinanza che la Corigliano -Rossano-Crotone poteva aspettare. Che non era urgente. Lo venga a spiegare a chi paga le tasse per pagare gli stipendi di chi decide!  Ogni morto lungo questa tratta pesa su coscienze ben precise. È una responsabilità morale, tecnica e politica. E lo è da anni. E poi c’è l’altra metà del problema. La nostra. Quella di una comunità che ha smesso di guardarsi attorno. Una classe dirigente incapace di fare squadra, divisa, miope. Corigliano Rossano e Crotone si ignorano. Non c’è un progetto comune, non c’è un’idea condivisa di futuro. Abbiamo da anni, insieme a un gruppo di persone, creato un movimento “Magna Graecia” che mette insieme la città di Pitagora e l’intera area della Sibaritide. Progetto ignorato e non si sa per quale recondito motivo, se di ordine culturale o perché avverso ai poteri centralisti alcuni dei quali controllano politica e media.    Così, mentre si discute di progetti, si fanno ricorsi e contro ricorsi interessati perché colpiti da espropri, si organizzano convegni, qualcuno muore. Un altro ragazzo. E dietro di lui, altri ancora. Fino al prossimo. E noi? Continueremo a discutere del nulla. Ed è inutile soffermarsi sulla responsabilità umana quando parliamo di incidenti mortali perché una strada più sicura riduce, e di molto, i margini di mortalità. Ora bisogna capire: vogliamo mettere al centro la vita delle persone o il centralismo economico? Al buon senso la risposta.

Matteo Lauria

Redazione Comitato MagnaGraecia