Tribunale di Corigliano-Rossano, Lauria: “Solite stupide divisioni”

Tribunale di Corigliano-Rossano, Lauria: “Solite stupide divisioni”

La delega al Governo, in fase di definizione, offre spiragli concreti alla riapertura del Presidio. Eppure, mentre altrove ci si compatta, qui ci si divide. Sempre.

Il tema della riapertura del Tribunale di Corigliano-Rossano torna ad affacciarsi sul tavolo delle decisioni nazionali. Dopo anni di silenzio, ora ci sono margini. La delega al Governo, in fase di definizione, offre uno spiraglio concreto. Eppure, mentre altrove ci si compatta, qui ci si divide. Sempre.

I conti non tornano..

Partiamo dai numeri. Lo Stato oggi spende milioni per tamponare un’emergenza che si è auto-generata con la soppressione del presidio ionico. Il Tribunale di Castrovillari è incapiente, non riesce più a gestire il bacino d’utenza che include l’area di Corigliano-Rossano, un territorio da oltre 120mila abitanti. La toppa, come spesso accade, è peggiore del buco: si prevede un investimento di circa 15 milioni di euro per ampliare Castrovillari. Ma perché investire così tanto quando l’ex Tribunale di Corigliano-Rossano è ancora lì, pronto, operativo, a costo zero per lo Stato? Il paradosso si allarga se si considera la mobilità forzata di forze dell’ordine, operatori giudiziari, avvocati, cittadini. Polizia, carabinieri, guardia di finanza, polizia penitenziaria: ogni giorno è un via vai da decine e decine di chilometri. Carburante, mezzi, ore di lavoro buttate. Uno spreco ingiustificabile.

Un’occasione di risparmio (e giustizia )

Riaprire il Tribunale qui non è solo una questione di dignità istituzionale. È una scelta razionale, economicamente sostenibile, logisticamente sensata. Oltre a ripristinare una ingiustizia subita dal territorio. Chi la nega, o finge di non vederla, semplicemente ignora il rapporto tra costi e benefici. E questo dovrebbe far riflettere. Serve davvero ampliare Castrovillari, mentre un edificio già pronto giace inutilizzato? Quale logica giustifica l’attuale modello? Nessuna.  E badate bene su quest’aspetto a Corigliano Rossano nessuno si pronunzia all’interno della classe politica e sindacale. E verrebbe da chiedersi il perché!

La questione morale mai chiarita

Dietro la chiusura del Tribunale, poi, resta un’ombra mai dissolta. Una decisione che continua a puzzare di scelta politica più che tecnica. Un provvedimento preso in fretta, con motivazioni deboli e ricadute pesanti su una comunità che da anni chiede solo una cosa: giustizia!  Perché in riva allo Jonio il cittadino è meno cittadino? Perché la distanza fisica dallo Stato deve essere anche distanza istituzionale?

L’ostacolo più grande: noi stessi

Ma c’è un problema che va oltre Roma, ed è tutto interno. Mentre altrove – da Cosenza a Castrovillari – le classi dirigenti fanno quadrato quando si tratta di difendere il territorio, qui si continua a litigare. Personalismi, rancori, calcoli elettorali. Il solito copione. Ogni volta che si presenta una battaglia importante, Corigliano-Rossano riesce a farsi male da sola. Inviti all’unità ce ne sono stati tanti, forse troppi. Ma restano parole. Nei fatti, le divisioni prevalgono. E lo scontro politico si fa guerra intestina, anche su temi che richiederebbero ben altro spirito. È una malattia cronica, questa. Un difetto di visione collettiva che tiene il territorio in ostaggio. E che, se non superato, renderà vano anche l’appiglio più favorevole. Allora la domanda è una sola: questa comunità vuole davvero il Tribunale? Perché se la risposta è sì, deve dimostrarlo. Con i fatti e con l’unità, non con le accuse incrociate. Altrimenti, nessuna colpa potrà mai essere davvero attribuita agli altri.

Matteo Lauria

Redazione Comitato MagnaGraecia