In tempo di Corona i lupi si travestono d’agnelli

In tempo di Corona i lupi si travestono d’agnelli

La preparazione ai piani di contrasto derivanti dalla pandemia C-19 in ambito economico.

È difficile, talvolta finanche inutile, interagire per cercare di modificare lo status quo. Ognuno di noi dovrebbe fare la sua parte, con la consapevolezza che le nostre azioni resteranno pur sempre una goccia d’acqua nell’oceano, se non suffragate dall’agire e dal sentimento collettivo.
Ci siamo forse illusi per tanto tempo.
Abbiamo pensato e ci siamo convinti, che il nostro potenziale, il potenziale Jonico, fosse di gran lunga superiore a quello dei capoluoghi storici e d’ogni altra area di questa tormentata Regione Calabria. Tuttavia i numeri non suffragano le nostre convinzioni.
A conti fatti l’area di Corigliano Rossano, così come quella di Crotone, non spiccano per dati particolarmente rilevanti. Le due città hanno un reddito medio pro capite fra i più bassi dell’intera Regione (ad onor del vero i sibariti ancor più basso dei crotoniati), eppure aleggia ancora alle nostre latitudini la convinzione di essere il motore trainante dell’economia calabrese.
Riflettendoci, il flebile tessuto economico Jonico, è fatto prevalentemente da piccola e media impresa, turismo ed agricoltura. Ad eccezione dell’ultima categoria menzionata, si provi ad immaginare come le prime due saranno irrimediabilmente provate dalla problematica covid.
Pensiamo, per un attimo a tutti quei lavoratori stagionali che tra i mesi di giugno e settembre lavorano nelle varie strutture ricettive disseminate da Villapiana a Zolfara nonché tra Capo Colonna e lo Steccato. Quest’anno, sicuramente, non presteranno la loro forza lavoro, pertanto non percepiranno reddito che inevitabilmente non sarà spalmato sul già precario tessuto economico delle nostre città. A tutto ciò aggiungiamo anche le moltissime imprese che non riusciranno più a mantenere il numero di sottoposti che avevano in forza prima del lookdown.
Un disastro di proporzioni bibliche!
Inoltre, dalle nostre parti, negli ultimi anni, lo “Stato” ha iniziato ad arrancare. Abbiamo perso uffici e centralità, valenza e peso specifico, pertanto le economie di scala si sono ancora più affinate. Colpisce in tutto ciò il fatto che i Capoluoghi storici, veri artefici del nostro dissanguamento, si ricordino del fatto che esistiamo durante le condizioni di calamità che stanno irrimediabilmente modificando il corso delle nostre esistenze.
È vero! I lupi spesso si travestono da agnelli. Lo fanno per imprimere il loro volere con l’intento d’apparire come benefattori.
È la loro natura! Sono bravi a prendere tutti i meriti quando le cose procedono in maniera spedita, senza soffermarsi sui risvolti che le loro scelte hanno sugli altri territori; si dileguano quando le situazioni richiedono sacrifici e rischi.
La nostra astuzia? Non bisogna cadere nelle trappole che ci vengono tese. Magari propinate come opportunità, magari presentate come riscatto. In realtà, altro non sono se non il ricatto con il quale ci tengono a loro legati, imbavagliati, in una condizione di sudditanza psicologica che contribuisce a renderci inconsapevoli della nostra assenza di libertà. Come uscire da questa ragnatela?
Semplice, parlar loro con lo stesso linguaggio.
I lupi si combattono con i lupi!
Noi, la Magna Grecia, non abbiamo singolarmente da sibariti e crotoniati, la valenza dei numeri dalla nostra parte.
Potremo però, averli insieme.
Perché non solo si creerà la sommatoria perfetta, altresì avremo scorporato numeri a quelle aree che da sempre ci hanno relegato a margine delle scelte, imponendo le loro decisioni. Il nuovo disegno che si genererà, avrà ristabilito la giusta e proba equità, contribuendo a risollevare l’area di levante, ridimensionando le aree di ponente. Bisogna credere e continuare a combattere, con la consapevolezza che la luce in fondo al tunnel esiste.
Basta solo avere il coraggio d’osare.

Domenico Mazza

Redazione Comitato MagnaGraecia