ISOLAMENTO ARCO JONICO. LETTERA AI PARLAMENTARI

ISOLAMENTO ARCO JONICO. LETTERA AI PARLAMENTARI

Si chiede un impegno proteso a portare all’attenzione del Primo Ministro la condizione di marginalizzazione della Magna Graecia dal contesto regionale e nazionale.
Questa sera diretta social sulla pagina ufficiale facebook del comitato

Nelle ultime ore, il comitato della Magna Graecia ha inviato una lettera rivolta ai sette parlamentari espressione della Sibaritide e del Crotoniate affinché assumano in esame la proposta di attenzionare il PRIMO MINISTRO sulle cause che hanno determinato l’isolamento dell’intero ARCO JONICO dal contesto regionale e nazionale. Si tratta di un documento di sintesi che si auspica, possa essere accolto dalla deputazione parlamentare.

Per la prima volta, nella storia repubblicana, la complessiva condotta di marginalizzazione dell’area magnograeca finirebbe in Parlamento. Troppi fattori concomitanti inducono a ritenere l’ipotesi della presenza di una vera e propria cabina di regia volta a relegare questa fascia di territorio in condizioni di totale abbandono in tutti i settori della vita sociale, determinato un vertiginoso aumento del costo della vita non proporzionato ai servizi resi e iniqui anche rispetto ai contribuenti residenti in altre aree del territorio in cui lo Stato è invece presente. Di seguito il testo della lettera inviata ai parlamentati:
SEN. Margherita Corrado, SEN. Rosa Silvana Abate, ON. Francesco Sapia, ON. Elisabetta Maria Barbuto, ON. Sergio Torromino, ON. Elisa Scutellà, ON. Francesco Forciniti.

Egr. Sig.ri Parlamentari della Repubblica, con la presente stiamo a chiederVi un impegno diretto proteso a illustrare lo stato di totale isolamento in PARLAMENTO a cui l’arco jonico, sibarita e crotoniate, è soggetto da oltre mezzo Secolo di storia.
Abbiamo preso atto e constatato nel corso degli anni come l’attività di ogni singolo parlamentare, espressione dell’area Magnograeca, si sia sempre caratterizzata sulle varie problematiche espressione dell’arco jonico in ordine sparso, sottoponendo al Governo specifiche tematiche (ss.106 – trenitalia – aeroporto S.Anna – Porti – industrie pesanti di Stato – Soprindentenza archeologica – sanità – etc etc etc), e non già come una questione fenomenologica di una vera e propria strategia protesa a marginalizzare l’intera area.
Riteniamo che, mai come in questo momento, anche per il numero di rappresentanti del territorio, necessiti un senso di unitarietà di tutta la deputazione parlamentare, espressione dell’area Magnograeca, affinché possa pervenire alle massime cariche dello Stato l’immagine d’ingiusta condizione sociale in una visione complessiva, al fine di illustrare al GOVERNO la situazione di totale arretratezza strutturale, infrastrastrutturale, economica e sociale, a cui l’intera area è sottoposta da oltre un cinquantennio a causa di un concorso di responsabilità, in parte attribuibili allo Stato in parte alle logiche centraliste riconducibili alle condotte di una certa classe politica espressione dei capoluoghi storici, Catanzaro e Cosenza.

L’obiettivo del comitato Provincia della Magna Graecia, sorto nell’agosto del 2019, è quello di creare un’area vasta che palesi le esigenze delle popolazioni di levante del nord est Calabro, attualmente ricadenti nell’area del Crotoniate e della Sibaritide, nonché le istanze delle popolazioni del versante est della Sila, storicamente legate al bacino crotonese e sibarita per rapporti che abbracciano le tradizioni gli usi ed i costumi nonché le relazioni socio economiche fra le stesse.
Nessuna risposta perviene in ordine allo scriteriato disegno che ha permesso creazioni di elefantiache province come quella di Cosenza, con oltre 700mila abitanti, e fazzoletti di terra come quella di Crotone, con appena 175mila abitanti.
Inique distribuzioni demografiche, oltretutto non rispondenti a un criterio di logicità territoriale: le aree interne e vallive della regione hanno peculiarità e problematiche non assimilabili alle aree rivierasche e pedecollinari prospicienti a mare. Il Comitato propone una visuale nuova, non localistica, avversa ai centralismi dei capoluoghi storici della regione, i quali hanno perpetrato e continuano a perpetuare una politica del pigliatutto, relegando l’area jonica a una marginale periferia o loro diretta appendice. Scopo del Comitato è la costituzione di un’Area Vasta che abbracci la Sibaritide e il Crotoniate sotto un’unica provincia con un doppio Capoluogo: Corigliano Rossano a Nord, Crotone a Sud. Lanciare quindi un’idea progettuale di decentramento amministrativo che preveda come condizione, necessaria e sufficiente, l’istituzione di due Capoluoghi alla guida della stessa, come abrogazione del disegno localistico dando luogo a un connubio di città-territorio che contribuisce, per potenzialità, ad inverare il concetto d’area vasta. Una nuova Provincia, quindi, a saldo zero per lo Stato, che non aggiunge burocrazia alcuna e senza alterare il numero degli enti oggi previsti, ma che riequilibra l’attuale stato delle cose con metodologie dignitose e riguardosa delle popolazioni e dei loro territori.
Del resto il grande limite avuto in Calabria, è stato proprio quello di suddividere la stessa in aree provinciali senza tener conto della peculiarità dei territori, delle affinità, creando giganti obesi e spropositati e semiterritori geopoliticamente piccoli ed inconcludenti. Magna Graecia vuole osare di più!
Vuole andare oltre l’impalpabile concetto di steccato dell’orto, sforzandosi di promuovere un’idea d’allargamento condiviso e sussidiario del territorio, riproponendo in chiave moderna e globale i fasti del passato, con un pizzico d’impronta personale e non personalistica; non già una banale annessione come miopi sguardi vorrebbe vedere. Ed ecco che il passato si ripropone in tempo moderno, laddove le antiche Sybaris e Kroton, lasciano spazio alle moderne Corigliano Rossano e Crotone, le quali amministreranno rispettivamente l’area Sibarita e l’area Crotoniate, poiché baricentriche alle rispettive pertinenze territoriali.
Le stesse, con sussidiarietà, genereranno quel sano principio amministrativo non localistico che eleverà l’area vasta Magnograeca a modello di riferimento, non solo per la Calabria, ma per il Paese tutto. La creazione di questa area vasta permetterebbe al contempo di dare vita a un probo equilibrio fra l’est e l’ovest del nord della regione, nonché l’area dell’istmo, modellando pertanto tre aree omogenee dal punto di vista terroriale e demografico.
Lo scriteriato disegno centralista, ai danni del territorio Magnograeco, si è palesato in tutti i campi.
Dal punto di vista della linea ferrata, negli anni ’80 si è proceduto con l’elettrificazione a sud di Metaponto; giunti a Sibari si è optato per la prosecuzione verso Cosenza e Paola, lasciando lo Jonio e le ex città di Corigliano e Rossano (oggi città unica e terza della regione) nonché Crotone in uno stato di totale abbandono. La soppressione di treni storici, le stazioni ferroviarie chiuse, tratta a binario unico e non elettrificato; l’aeroporto di Sant’Anna, realizzato sull’omonimo promontorio, mai adeguatamente collegato alla linea ferrata, e con l’ombra di una spada di damocle che a giorni alterni ne decreta l’apertura e la chiusura. Le città di Crotone e Corigliano Rossano, un tempo poli industriali con gli stabilimenti della Pertusola, Montecatini ed Enel, oggi dismessi, e senza alcuna progettualità di riuso funzionale, né di bonifica dei siti, con l’aggravante di un tasso di disoccupazione fra i più alti della regione.
Eppure, quest’area dà tanto in tema di prevalente interesse generale, ospitando industria pesante di Stato, siti imponenti per il deposito di rifiuti, poli energetici, etc etc etc.
I recenti disegni riguardanti i corridoi TEN-T penalizzano e mortificano ulteriormente l’asse Sibari – Crotone. A breve partiranno i lavori d’ammodernamento della Statale 106 tra Roseto e Sibari, dove gli stessi si innesteranno al già realizzato tratto Sibari – Firmo, collegando quindi il versante Adriatico con la l’area Tirrenica e seguendo il medesimo e scriteriato disegno già affrontato sulla linea ferrata, ovvero convogliare i flussi adriatici verso il tirreno, senza la minima pianificazione fra l’asse Sibari – Crotone. Inoltre si ravvisa il lento ed inesorabile allontanamento dei presidi di Stato dal territorio: la chiusura di uno storico Presidio di Giustizia, il ridimensionamento di due ospedali spoke (Crotone e Corigliano Rossano), la dismissione (totale e parziale) dei presidi di Acri, San Giovanni in Fiore, Cariati e Trebisacce, Mesoraca e Cassano allo Jonio. Senza considerare l’assoluta mancanza di presidi sanitari “hub” di secondo livello, che sarebbero attuabili, per sopravvenuti requisiti demografici, con l’attuazione ed il consolidamento dell’idea-progettuale “Magna Graecia”. A confermare l’atteggiamento preclusivo nei confronti dell’area Magnograeca il mancato insediamento di un laboratorio di Emodinamica, presente in tutte le altre aree della Calabria, così come si ritiene ingiustificabile l’assenza di una centrale operativa di Elisoccorso in un’area di 420mila abitanti, utile a supplire alla mancanza di ospedale HUB di eccellenza.
Non meno importante è il mancato rilancio dei due porti principali dello Jonio. L’assenza dei mezzi di trasporto ed una mobilità ormai lasciata solo al trasporto su gomma in una tratta che qualificarla come europea rappresenta uno schiaffo all’intero continente. A tutto ciò si aggiunga la mancata realizzazione delle trasversali di collegamento tra la linea di costa e l’entroterra: Valle del Ferro–Sinnica, Sibari-Sila, Via del Crati, Sila-Mare,Via del Mare.
Il peso della debolezza economico-finanziaria si avverte in questa fase pandemica, in cui il sistema economico è stato colpito violentemente. Il motore dell’area magnograeca è rappresentato dal sistema produttivo, dal turismo e dall’agricoltura. Basta pensare che Crotone e Corigliano Rossano, due città per complessivi circa 145mila abitanti hanno una dotazione organica di personale nel pubblico impiego di 6mila e 500unità. La sola Città di Catanzaro 80mila abitanti, 27mila dipendenti pubblici; Cosenza, 67mila abitanti, 15mila dipendenti pubblici. Persino la sola Castrovillari, 21mila abitanti, supera le singole città di Corigliano Rossano e Crotone per numero di dipendenti pubblici. Dati spropositati che ledono i principi basilari di una più giusta ed equa distribuzione. Ciò determina inevitabilmente un minore gettito dei fondi di Stato in area Magnograeca verso cui bisognerebbe prestare una maggiore attenzione.
Considerato quanto esposto, si pone alla Vostra attenzione la possibilità di richiedere un’interrogazione parlamentare al Primo Ministro, nella quale palesare una situazione, non più differibile, che vede l’area jonica Magnograeca, soccombente rispetto alle altre aree regionali, con l’auspicio che questa proposta e quanto denunciato nella presente missiva, possa generare pubblico dibattito e integrazioni compensative e migliorative alla stessa.

Del tema se ne parlerà questa sera in diretta – pagina facebook del comitato Magna Graecia – con gli onorevoli Elisabetta Barbuto (M5S) e Francesco Sapia (M5S) a partire dalle ore 19.30.

Ufficio stampa – Comitato Magna Graecia

Redazione Comitato MagnaGraecia