L’istituzione della provincia della Magna Graecia essenziale (anche) per la reviviscenza dell’artigianato e delle pmi

L’istituzione della provincia della Magna Graecia essenziale (anche) per la reviviscenza dell’artigianato e delle pmi

L’operazione di rimodulazione degli enti d’Area Vasta in Calabria, come operazione non più differibile.

Alla domanda del perché i comprensori della Sibaritide e del Crotonese soffrono una situazione di difficoltà economica, si potrebbero fornire molteplici risposte, tutte possibilmente vere!

Tuttavia, una risposta immediata e realistica concerne il fatto che tale situazione di povertà è conseguenza evidente, tra le altre cose, anche del crollo, sul nostro territorio, di un importante settore come l’artigianato e la fragilità delle pmi.
Il declino delle predette attività è dovuto, certamente, anche alla presenza sul nostro territorio di grandi marchi e all’espansione del mercato “made in China”, capaci di attirare una vasta platea di consumatori proponendo prodotti qualitativamente scadenti ma a prezzi stracciati.

Eppure, bisogna anche rilevare c犀利士 he nelle realtà del centro nord Italia, ma anche in alcune aree del Mezzogiorno, la presenza di grandi marchi e del mercato cinese non hanno scalfito l’artigianato e le pmi italiane, le quali continuano a rappresentare la spina dorsale dell’economia locale e una rilevante fetta del PIL nazionale. Ed invero, ciò accade perché le amministrazioni locali ove i settori produttivi in parola funzionano, hanno avuto il merito di concentrare sul proprio territorio numerose infrastrutture moderne e all’avanguardia, si dà collegare il proprio Comune alle grandi realtà economiche d’Italia e d’Europa.

Di contro, l’arretratezza infrastrutturale in cui versa il comprensorio Magno Graeco disincentiva palesemente l’attrazione di investimenti privati: infatti, chi mai verrebbe ad investire su un territorio che ha come unico collegamento stradale a nord la ss 106, una rete ferroviarie obsoleta e malfunzionante, un sistema sanitario tutt’altro che efficiente e, per di più, che soffre la carenza di enti essenziali come i tribunali, atteso che dopo la chiusura del presidio di Corigliano Rossano l’unico palazzo di giustizia sul nostro territorio è il tribunale di Crotone?

Da ciò, quindi, è facilmente desumibile perché è più conveniente, per un imprenditore, investire i propri capitali in un piccolo Comune in provincia di Verona o di Pistoia o in una città come Cosenza, piuttosto che a Corigliano Rossano o a Crotone.

Senza contare, poi, che la presenza di infrastrutture adeguate ed efficienti favorisce lo sviluppo di un settore economicamente molto prolifico, come il turismo: se si guarda alle realtà della Toscana o dell’Umbria, per fare due esempi, si nota che molti antichi mestieri, come le imprese artigiane che lavorano a mano la pelle, o i calzolai, o la lavorazione della ceramica e altri settori come l’abbigliamento made in Italy e la ristorazione, costituiscono una fonte rilevante di reddito proprio perché il loro destino è stato legato allo sviluppo del turismo.

Volgendo lo sguardo lungo la dorsale jonica Sibari- Crotone, non si può fare a meno di notare l’isolamento di centri storici bellissimi, la scarsa presenza di negozi al dettaglio, imprese che annaspano e un turismo che stenta nonostante il Codex Purpureus rossanensis, i numerosi castelli e diverse interessanti aree archeologiche, sia in ambito Sibarita che Crotoniate.

L’alleanza Sibaritide – Crotonese per l’istituzione di una nuova provincia, con due capoluoghi (Corigliano Rossano a nord e Crotone a sud), costituisce una valida soluzione per ridare dignità ad un territorio bello, ricco, ma ridotto all’osso.

Essa comporterebbe, infatti, la concentrazione sul nostro territorio di infrastrutture e servizi, come l’estensione del freccia argento e l’ammodernamento della ss. 106. Opere, queste ultime, dalle quali dipende la riqualificazione di tre strutture pubbliche fondamentali, come il porto di Schiavonea, l’ex centrale enel di Sant’Irene e l’aeroporto Pitagora. Nonché, la ripresa dell’ artigianato e delle pmi.

In caso contrario, il nostro territorio rimarrà un feudo cosentino- catanzarese, una cenerentola incompiuta.

Simone Laurenzano

Redazione Comitato MagnaGraecia