POLO COVID: ISTITUZIONI E SINDACATO CALPESTANO LE CIRCOLARI MINISTERIALI E TUTTI TACCIONO, LA CALABRIA DI SEMPRE

POLO COVID: ISTITUZIONI E SINDACATO CALPESTANO LE CIRCOLARI MINISTERIALI E TUTTI TACCIONO, LA CALABRIA DI SEMPRE


Si propongono progetti strampalati e privi di logicità in completo spregio alle raccomandazioni prescritte dal Ministero della Salute.

Il segretario regionale della Federazione sindacale dei medici uniti (Fismu), Claudio Picarelli, ha esplicato alla stampa la proposta di riconvertire totalmente i plessi ospedalieri di Rossano e Cetraro per smaltire il carico attualmente presente sul Presidio Hub dell’Annunziata.

La singolare proposta nascerebbe dal fatto che l’Hub cosentino ha già riconvertito 6 reparti in polo Covid più 19 posti in terapia intensiva ed, allo stato attuale, giacciono oltre 20 pazienti presso il PS in attesa di essere indirizzati in reparto. È ormai pratica consueta che i poteri centralisti partoriscano idee che guardino verso la risoluzione delle problematiche parziali e contestualmente generino aggravio per le strutture periferiche.

Ci chiediamo: “È a conoscenza il Presidente della Fismu della condizione che vive il Plesso Bizantino dello Spoke di Corigliano Rossano? Sa che nel medesimo pronto soccorso, ormai da diverse settimane, è stato allestito un reparto Covid di fortuna e nelle prossime ore saranno riconvertiti 40 posti letto per la medesima patologia? Ed ancora, è a conoscenza che sullo Spoke Jonico grava la domanda del distretto più grande di tutta l’Asp”?

Diciamo questo solo in considerazione dello stato attuale delle cose, ma non abbiamo di certo dimenticato, come la gestione della pandemia, in Calabria, abbia letteralmente disatteso le raccomandazioni prescritte dal Ministero della salute nel lontano gennaio 2020. Era stato stabilito, e lo abbiamo ricordato più volte, che l’allocazione dei già sospetti Covid avvenisse solo negli Hub, uniche strutture dotate di Dea di II livello. Questi, una volta svuotati dalle degenze ordinarie che potevano e dovevano essere allocate presso gli Spoke per gli acuti e nei presidi dismessi per le patologie minori, avrebbero potuto rispondere alla domanda sanitaria con l’offerta di mezzi, strumenti e Personale ospedaliero qualificato e numericamente adeguato alle esigenze. Negli spoke non ci sono esperti infettivologi o virologi e di, questo, il sindacato dovrebbe esserne a conoscenza.

Si è preferito invece contaminare i già precari presidi Spoke, atavicamente sguarniti di Personale e mezzi idonei, realizzando lazzaretti di fortuna. Non è un caso infatti che negli Spoke riadattati a polo Covid, l’incremento del contagio sia salito alle stelle. A riguardo si veda la situazione che stanno vivendo i presidi di Corigliano-Rossano, Crotone, Cetraro e Lamezia, dove la carenza di mezzi e personale sta conducendo queste strutture ad implodere. Senza considerare che diverse di queste strutture sono allocate in località turistiche, votate al terziario, e l’incremento considerevole del contagio ha aggiunto al danno la beffa, considerando le continue chiusure delle attività commerciali presenti sul territorio: unica fonte di sostentamento economico per queste realtà, letteralmente sconquassate da una gestione della pandemia nata male e condotta peggio, a differenza dei capoluoghi storici che possono godere dei flussi di Stato grazie alla massiccia presenza di dipendenti pubblici.

La Regione aveva chiesto ed ottenuto l’apertura di un Presidio da Campo a Cosenza, con un ingente investimento, che dissennatamente, in piena terza ondata, è stato riconvertito in centro vaccinale, come se di colpo a Cosenza fossero finite le strutture da poter dedicare all’inoculazione del siero.

In considerazione di ciò, dispiace constatare che, anche le sigle Sindacali di Categoria abdichino al volere centralista disattendendo le prescrizioni di pool di medici del dipartimento del Ministero della Salute, che già agli albori della problematica avevano prescritto le modalità gestionali ed operative del sospetto Covid, da indirizzare esclusivamente presso le strutture Hub di riferimento. Si è preferito invece realizzare pratiche sommarie e scriteriate con le conseguenze ormai palesi a tutti: la completa e inadeguata gestione pandemica con l’aggravio di una debacle economica per tutte quelle aree che non avevano, e non hanno, i mezzi materiali ed il capitale umano e professionale per contrastare il proliferare del virus.

La cosa che più spiace è l’atteggiamento della politica nostrana. Impegnata in lotte di condominio e ragionamenti da cantina, resta totalmente avulsa dall’esprimere una linea d’indirizzo su tali sciagurate proposte, avallando, qualora vi fosse dubbio il continuo trattamento, a pesci in faccia, riservato alle aree joniche da sedicenti affiliati ai poteri del centralismo.

Ufficio stampa – Comitato Magna Graecia

Redazione Comitato MagnaGraecia