Urgente la riorganizzazione della sanità pubblica in Calabria.

Urgente la riorganizzazione della sanità pubblica in Calabria.


La condizione jonica ormai è sull’orlo del baratro. È necessario studiare delle soluzioni foriere di migliorie e che complessivamente concorrano a bilanciare lo squilibrio fra territori.

La situazione della sanità pubblica in Calabria resta molto preoccupante. La variante delta del Covid 19 continua a diffondersi mentre le difficoltà del servizio sanitario non sono state superate, con continui disservizi, posti letto insufficienti, carenza cronica di medici, infermieri e personale sanitario.

Appare evidente che la stagione del commissariamento della sanità deve finire perché spesso si traduce esclusivamente in tagli alla spesa che impediscono ai cittadini di accedere a cure e servizi che in altre regioni italiane sono di routine; per non parlare dei livelli di assistenza inesistenti, delle strutture ospedaliere fatiscenti, di un forte squilibrio nell’organizzazione ed erogazione delle prestazioni sanitarie con intere aree della nostra regione totalmente sguarnite persino di un pronto soccorso funzionante.

I tagli alla spesa, come accade nell’ospedale spoke di Crotone, ed in generale su tutte le fatiscenti strutture joniche, provocano anche la mancanza di personale medico e di ambulanze, fondamentali per le prestazioni di primo soccorso soprattutto per i cittadini delle aree interne. A questo si sommi la vergognosa situazione dei LEA (livelli essenziali assistenza) che sulla linea di costa tra Sibari e Crotone, non suffraga neppure un posto letto ogni mille abitanti, contro i circa 2.5 del resto della Regione ed i circa 4 nel resto del Paese.

A Mesoraca, ad esempio, non c’è disponibilità di medici per la postazione 118, le postazioni di guardia medica di Petilia Policastro ed in tutta l’area del Marchesato sono spesso scoperte e spostarsi a Crotone richiede tempi molto lunghi su un percorso difficile, soprattutto di notte.

I rappresentanti istituzionali ed i vertici dell’ASP che si sono susseguiti in questi ultimi anni hanno ridotto notevolmente la possibilità di cura dei cittadini del Crotonese e più in generale di tutta l’area dell’Arco Jonico. Le recenti vicende che hanno riguardato il servizio di elisoccorso lungo la fascia jonica del Nord confermano che il livello di indecenza in cui il sistema sanitario è piombato è arrivato ad un punto di non ritorno. Era già impensabile che un elicottero del 118 partisse da Cosenza per raggiungere lo Jonio. Ora, partendo da Lamezia Terme, i tempi di intervento si dilatano ancora di più e con grave nocumento per la popolazione.

È ora di voltare pagina! L’imminente competizione elettorale è l’opportunità per rinnovare il Governo regionale con esponenti politici che siano davvero in grado di rappresentare le istanze della nostra comunità e del nostro territorio. E’ necessario dare un segnale forte di discontinuità per il bene dei cittadini.

È fondamentale promuovere la riorganizzazione della sanità pubblica innanzitutto partendo da adeguati investimenti in termini di infrastrutture, attrezzature e nuove tecnologie e, soprattutto, in termini di personale medico, infermieristico e di assistenza a tutti i livelli.

Bisogna ampliare i servizi ospedalieri. Bisogna riportare la sanità sulle aree di pertinenza restituendole valenza territoriale. Per farlo è necessario inquadrare il nostro territorio sotto una nuova veste, non calata dall’alto e ossequiosa delle popolazioni. La realizzazione dell’area Vasta della Magna Graecia, permetterebbe agli ambiti del crotonese e della sibaritide di passare da una demografia di 170 mila abitanti ad una popolazione di circa 430 mila abitanti. In questo modo lo scorporo tra sanità territoriale e sanità ospedaliera sarebbe finalmente possibile. Una nuova Asp con distretti più fedeli alle vocazioni territoriali ed una nuova Azienda Ospedaliera che consenta di abbracciare i Presidi jonici della linea di costa e dell’entroterra Silano. Solo così i cittadini dell’Arco Jonico non saranno costretti a rivolgersi alle strutture di Cosenza e Catanzaro nonché alle strutture private.

È necessario, inoltre, ascoltare i bisogni del personale sanitario, investire sulla medicina territoriale o di prossimità, sulla telemedicina, migliorare e potenziare l’assistenza domiciliare, prevedere il coinvolgimento dei medici di base sulla base di programmi di prevenzione e di assistenza che sicuramente potranno garantire una maggiore efficienza del servizio sanitario e, contemporaneamente, essere più vicini ai bisogni dei cittadini.

Per fare tutto questo possiamo adoperare le risorse del PNRR. Utilizziamole, altrimenti a cosa servono?

Filippo Sestito

Redazione Comitato MagnaGraecia