Ecosistemi dell’Innovazione: Hydrogen Valleys su aree con siti industriali dismessi

Ecosistemi dell’Innovazione: Hydrogen Valleys su aree con siti industriali dismessi

Un’opportunità irrinunciabile per tutta l’area dell’Arco Jonico.

Il 30 dicembre 2021, sul sito del Ministero dell’Università e della Ricerca (MIUR), è stato pubblicato il bando per la “presentazione di proposte di intervento per la creazione e il rafforzamento di Ecosistemi dell’innovazione territoriali”. Un bando con una dotazione economica di 1,3 miliardi di euro per la realizzazione di 12 ecosistemi dell’innovazione a livello territoriale, regionale o sovraregionle, di cui 5 nel Mezzogiorno.

Una opportunità di programmazione e di intervento per avviare, anche alle nostre latitudini, la Terza Rivoluzione Industriale, così definita da Jeremy Rifkin, Presidente della Foundation on Economica Trends di Washington, e principale consulente delle grandi potenze economiche sui temi di green economy, che convertirà alla sostenibilità ambientale l’intero sistema produttivo, economico e finanziario mondiale.                                       

Una rivoluzione industriale green che, come afferma lo stesso Rifkin, coerentemente con quanto avvenuto in passato, coinvolgerà prima di tutto i centri urbani e le realtà territoriali, supportate dai governi nazionali per la realizzazione e/o conversione delle infrastrutture esistenti delle precedenti rivoluzioni industriali.   

Un’occasione, quella finanziata dal MIUR nell’ambito del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza , che obbliga ad una riflessione di merito e ad una programmazione capace di sintetizzare gli obiettivi di decarbonizzaione previsti dall’accordo di Parigi e dall’ agenda della COP 26, tenutasi a Glasgow lo scorso Novembre, con le necessità ambientali e occupazionali, nonché le peculiarità delle realtà locali, spesso tenute ai margini della discussione ma, sulle quali, per prime, si abbattono gli effetti dei cambiamenti climatici e dell’inquinamento ambientale. L’occasione per il territorio crotonese è  rappresentata dalla filiera dell’idrogeno che, secondo gli esperti, svolgerà un ruolo determinante per il raggiungimento dei target previsti dall’accordo di Parigi.                                                             

L’idrogeno è un mezzo potente per convertire, conservare e utilizzare energia. Può essere utilizzato come combustibile, vettore di energia e materia prima chimica. Ma cosa più importante, il suo utilizzo non comporta emissioni di CO2.                                                L’idrogeno può essere ottenuto, attraverso un processo definito elettrolisi, scomponendo l’acqua, con l’apporto di energia elettrica. 

                                                                          L’utilizzo di energia elettrica fornito da tecnologie a fonti rinnovabili, il cosiddetto idrogeno verde, permette la realizzazione di una filiera a emissioni zero, con un prodotto finale capace di servire quelle applicazioni la cui dipendenza dalle fonti fossili è ancora indispensabile.                                                                                                                                            Non è casuale quindi che l’idrogeno assuma sempre più importanza nelle strategie di decarbonizzazione di governi nazionali e aziende private, in particolare nel settore del trasporto a lunga percorrenza, turistico e cargo, e siderurgico.   

La componente 2 della Missione 2 del Piano Nazionale di Ripresa e di Resilienza           ” Energia rinnovabile, idrogeno, rete e mobilità sostenibile “, ha come obiettivo quello di contribuire al raggiungimento degli obiettivi strategici di decarbonizzazione attraverso cinque linee di riforme e investimenti.   La Misura 3 di tale componente ha come obiettivo quello di promuovere la produzione, la distribuzione e gli usi finali dell’idrogeno.

                                                                              L’Unione Europea prevede l’installazione di elettrolizzatori per idrogeno verde pari a circa 40 GW a livello europeo. In linea con la strategia europea, l’Italia intende finanziare  progetti faro per l’utilizzo dell’idrogeno attraverso la nascita di Hydrogen Valleys su aree con siti industriali dismessi, supportando al contempo la realizzazione di terminali per l’approvvigionamento e progetti di ricerca e sviluppo.   

Con una area industriale dismessa e oggetto di bonifica, un porto commerciale dalle potenzialità inespresse ed un’area, quella dell’altopiano Sant’Anna, opportunamente da infrastrutturare al servizio del settore aeroportuale, la città di Crotone è un sito naturale per ospitare un ecosistema dell’idrogeno, promuovendo il territorio anche come sito naturale per la produzione di celle elettrolitiche e celle a combustibile per l’utilizzo finale dell’idrogeno, o come officina per la realizzazione di nuove imbarcazioni ad idrogeno.          

In una intervista rilasciata al Sole 24 Ore lo scorso Dicembre infatti, Leonardo Massa, Managing Director Italia di MSC Crociere, ha tracciato il percorso che il gruppo crocieristico ha intrapreso per l’azzeramento, entro il 2050, delle emissioni nette. Nell’affermare l’importanza delle sinergie instaurate con aziende leader nel settore navale, come Fincantieri, e quello energetico, come SnamLeonardo Massa ha annunciato il progetto di realizzazione di Navi da Crociere ad idrogeno, che solcheranno i mari senza più emissioni di sostanze inquinanti o climalteranti.                                                                                              

Una filiera dell’idrogeno permetterebbe di rivedere, in una chiave inedita, lo sviluppo del territorio crotonese, coinvolgendo decine di aziende impegnate nei diversi step di produzione, stoccaggio, trasporto e utilizzo del primo elemento della tavola periodica.        Un tema da sviluppare nell’ambito di un Patto per il clima di cui, il Comune di Crotone, deve essere promotore con tutti gli attori del territorio e le grandi aziende nazionali leader nella ricerca e nello sviluppo energetico.                                                                                               

Non solo Eni, già presente sul territorio, ma anche Enea che ha già dato vita al primo incubatore tecnologico italiano per lo sviluppo della filiera dell’idrogeno , Saipem e Snam, che hanno messo a disposizione al servizio della energy transition la loro esperienza globale nell’oil&gas e le competenze maturate nel trattamento dell’idrogeno.                                                                                

Ci auguriamo che questa amministrazione sappia cogliere le opportunità che la transizione energetica porterà in dote, per riempire di contenuti quel ideale di ambientalismo millantato in campagna elettorale e mai articolato o argomentato.                                             

Una discussione nel merito dei temi della green economy che ci vedrà sicuramente propositori di idee, a cui ci auguriamo possano partecipare tutte le forze attive di questo territorio, arricchendo il dibattito con il loro essenziale contributo.

Alessio Critelli

Ugo Pugliese

Giovanni Lentini

Redazione Comitato MagnaGraecia