I tempi stringono. Necessario un processo d’ecosistema dell’innovazione territoriale per la Calabria.

I tempi stringono. Necessario un processo d’ecosistema dell’innovazione territoriale per la Calabria.

Il bando dedicato scadrà a fine febbraio. La Regione ed i principali sistemi urbani calabresi si mettano in moto.

Meno di un mese alla scadenza del bando per gli EIT (Ecosistemi dell’Innovazione Territoriale) ed ancora non ci risulta che Comunità locali e Regione Calabria si siano mosse verso la creazione di idee-progettuali in tal senso. 

Staordinarie opportunità che potrebbero avere risvolti interessanti per la crescita economica del territorio e per saziare l’atavica fame di lavoro che attanaglia le nostre latitudini. 

Finanziamenti cospicui che, è bene ricordare, riservano cinque dei dodici progetti nazionali sugli ecosistemi al solo Mezzogiorno.  

A tal riguardo, proprio negli ultimi giorni, ci è capitato di leggere dell’interesse da parte del colosso A2A, una delle più grosse aziende italiane nel settore energetico, la volontà di concentrare i propri investimenti in tre Regioni italiane, tra le quali, unica nel Sud, la Calabria.

Una grande notizia che, a fianco gli investimenti proposti da Eni per i siti industriali dismessi a Crotone ed Enel per il sito delle ex centrale termoelettrica a Corigliano-Rossano, potrebbe rappresentare una nuova politica di tutela ambientale, di coesione e ricircolo delle economie. 

I suddetti interventi, congiuntamente agli investimenti già destinati all’area industriale di Saline Joniche e sulla quale gli enti territoriali e l’Università Mediterranea stanno già lavorando da tempo, potrebbero rappresentare, se raccordati da un ente di ricerca di valenza nazionale (ENEA), il punto di partenza per la costituzione del primo, vero ed unico, ecosistema territoriale della innovazione calabrese. 

Il tutto senza dimenticare le zone industriali dell’ex Sir di Lamezia Terme e quella di Vibo Valentia, le quali congiuntamente a quelle joniche, rappresentano i principali agglomerati industriali della Regione. 

A questo punto ci chiediamo: perché non tentare una strada di mediazione avviando un tavolo tra l’ente Regione ed i principali Comuni che potrebbero essere coinvolti in un disegno d’ecosistema che, senza dubbio alcuno, avrebbe risvolti interessanti? 

Il business delle summenzionate aziende riguarda i principali campi economici che nei prossimi anni rappresenteranno l’asset strategico nella vita dei cittadini: acqua, energia, rifiuti, innovazione tecnologica e sviluppo. 

E proprio in tema d’energia il Mezzogiorno ed il particolar modo la Calabria quale principale produttrice in termini percentuali da fonti rinnovabili (167% del totale nazionale), potrebbe concorrere ad affermarsi come uno dei territori più virtuosi d’Europa grazie all’alta vocazione in tema di politiche energetico-ambientali. 

Quale occasione migliore per immaginare un processo di rinnovamento e rigenerazione per siti industriali dismessi che, se riportati a nuova vita, in ottica green e fedele ai dettami europei, potrebbero avere risvolti interessanti per la crescita economica dei luoghi e per frenare l’emorragia di cervelli dalla nostra Regione.  

Immaginare, grazie ai fondi del PNRR, di poter chiudere, in un colpo solo, le vertenze aperte sui siti Eni ed Enel rilanciando un nuovo sistema che, insieme ad A2A, li coinvolga, potrebbe rappresentare un punto di svolta per le politiche economiche della Calabria. Ed ancora, l’alba per una nuova pianificazione territoriale che risponda agli interessi di queste aziende ed alle esigenze del territorio e delle Comunità. 

Seppur il tempo a disposizione sia esiguo, l’obiettivo dovrebbe consistere nel fare un lavoro di squadra partendo da quello che è stato realizzato, o si sta realizzando, e lavorare facendo sintesi su un’idea progettuale che sia in grado di intercettare le imponenti risorse messe a disposizione dall’Agenzia Nazionale per la Coesione Territoriale. 

Non concorrere alla partecipazione a bandi del genere, che prevedono finanziamenti fino a 120 milioni di euro e poi dimenarsi alla ricerca di banducoli da quatto spicci, non consentirà alla Calabria, ma in particolar modo all’Arco Jonico di uscire dal limbo dell’impalpabilita economica.

Pertanto, è bene muoversi e farlo alla svelta. Uno dei 5 sistemi territoriali riservati al Mezzogiorno ci sta aspettando. Il treno passa una volta sola. Non perdiamolo.

Alessio Critelli

Giovanni Lentini

Domenico Mazza

Ugo Pugliese

Redazione Comitato MagnaGraecia