Crotone: il municipalismo distoglie lo sguardo dalla visione più ampia

Crotone: il municipalismo distoglie lo sguardo dalla visione più ampia

Atteggiamenti alla MinCulPop annebbiano la prospettiva verso un orizzonte di crescita

Quando vuoi impedire che un processo virtuoso e innovativo possa compiersi, oppure che possa semplicemente avviarsi una riflessione, con la ragionevolezza utile a coglierne tutti i vantaggi (ovviamente in un periodo medio lungo, ahi noi!!), ecco che alcune decisioni rappresentano la proverbiale “polpetta avvelenata” che in molti sono pronti a mangiare  — per quella vis reazionaria che prova ad imbonire piuttosto che orientare — mentre l’altra metà si guarda bene dal “maneggiarla”, nel dubbio che il solo contatto possa lasciare ecchimosi — perdere voti — o provocare ludibrio collettivo. 

È emblematica la decisione del Ministero dei Beni Culturali di accorpare in una unica Sovrintendenza di area vasta, l’intero patrimonio Museale, Monumentale, Archeologico e, aggiungerei io, anche Paesaggistico, se c’è ne fossero i termini.

Le reazioni, infatti, sono state tutte improntate alla difesa in punta di orgogliosita’ Municipalistica, o, in punta di propaganda da Minculpop senza limiti o perimetri politici.

La sinistra che attacca la destra e l’Amministrazione Comunale che non c’azzecca nulla. 

Al massimo un effetto indotto del dilettantismo politico e della debolezza Istituzionale della Città di Crotone.

Ma non è che la Città di Corigliano-Rossano sia messa meglio.

La destra che si scrolla di dosso la sinistra, tacendo o abbozzando una reazione sdegnata ma guardandosi bene dal coinvolgere l’intera compagine Parlamentare, tutta di CD e di Governo.

Non si possono evocare le distrazioni solo quando riguardano gli altri e nel nostro caso quelli del M5S.

Il Centro che promuove iniziative Regionali encomiabili per la tempestività, ma prive di incidenza Governativa, legislativa, e, mi permetto di insinuare, quasi gongolando che gli strali degli eredi di “Miscello da Ripe” non si rivolgano più verso il Capoluogo di Regione, bensì a nord, verso Sibari, quasi con una cinica evocazione di antichi e nefasti conflitti: Crotone vs Sibari.

Per inciso, non c’è nessuna forza politica, e ancora meno associazioni, che abbia titolo ad intestarsi battaglie di avanguardia e di crescita collettiva. 

Il difetto è nell’autoreferenzialita’ che accomuna tutti gli attuali protagonisti, se per tali comprendiamo tutti coloro che sono chiamati ad esercitare funzioni di direzione politica e amministrativa e che, ovviamente, non esercitano in un contesto sovracomunale e Regionale. 

Ed il problema non è solo di rappresentanza Istituzionale, che negli ultimi 15 anni abbiamo avuto anche in abbondanza, ma di capacità di incidenza sugli orientamenti e sulla formazione delle decisioni e delle scelte politiche e amministrative.

Non ho letto, ne ho ascoltato, dichiarazioni di disappunto, e di critica, nel momento in cui venivamo accorpati, unica Provincia in Calabria, al collegio Camerale di Corigliano-Rossano. 

Eppure, in quel frangente, avevamo ben 3+1 Parlamentari, che si sono guardati bene dal confrontarsi con i territori e poi con i partiti nazionali per evitare che, a consuntivo, salvo la quota maggioritaria(1/3), almeno sul proporzionale(2/3) si sarebbe potuto salvaguardare la rappresentativita’ di una Provincia di 175.000 abitanti.

Ma l’altro aspetto che si stà sottacendo, è che Crotone, per effetto dell’assenza di una visione unitaria e strategica, ovviamente della sua “Classe dirigente”, viene fagocitata a tutti i livelli.

Per cui votiamo alla Regione sul versante Centro e alle politiche, Senato e Camera, sul versante opposto a nord.

Epperò, siamo da tempo immemore inclusi in una Autorità di bacino dei mari Tirreno e Jonio che ha sede a Gioia Tauro, sul Tirreno, mentre Reggio Calabria e Villa S. Giovanni, a 50 km, fanno Autorità a sé.

E si potrebbero citare altri eclatanti esempi, di conoscenza ai più, nei quali Crotone veniva “normalizzata”, pur in presenza di una pletora di “Onorevoli”.

Adesso che il Parlamento, ed anche il Consiglio Regionale, porranno mano alla riforma delle Province, noto un distacco e un disinteresse, dei partiti, dal porre alcune questioni che sono dirimenti.

E la cosa è ancora più grave per i partiti di CD, dal momento che hanno la maggioranza in Parlamento e in Consiglio Regionale.

Quello che si paventa, su iniziativa dei Consiglieri Regionali Lo Schiavo e Mammoliti, è di ripristinare i collegi Provinciali alle Regionali.

Nessun accenno al riequilibrio demografico, piuttosto che ad una rimodulazione degli ambiti territoriali.

Ho il sospetto che alla fine Lo Schiavo e altri non faranno le barricate sui collegi Provinciali, addossando alla maggioranza, di CD, la responsabilità di aver accentrato.

Se poi, intercettando la riforma nazionale si dovessero ritenere le piccole Province un di più, il gioco sarebbe fatto: 3 Macro aree corrispondenti con 3 Città Metropolitane, e la “restaurazione amministrativa ex ante ’92” sarebbe compiuta. 

Anche in questa prospettiva, a Cosenza, hanno accelerato la fusione dei Comuni accompagnando un’azione Parlamentare concertata per ampliare tempi e risorse da destinare al progetto della “Grande Cosenza”.

Volendo eccepire che questa lettura sia fantasiosa e che a maggior ragione dovremmo “resistere” allo scippo del Parco Archeologico, del Museo e chissà di che cosa ancora, non sarebbe il caso che insieme alla faccia feroce e indignata i partiti, o anche uno solo di essi, affrontasse il tema, ben più importante di una sede di rappresentanza, di compiere una profonda riflessione su 50 di Regionalismo centralizzato e Tirreno centrico, giusto perché nessuno ha avuto la lungimiranza e il peso politico, di immaginare uno sviluppo sistemico e complementare delle due sponde del Mediterraneo: il Tirreno e lo Jonio?

Qualche pensatore parossistico ritiene forse che, cambiando idea un giorno sì e l’altro pure, si potrà impedire che ogni pezzo del puzzle possa andare al suo posto?

Quando abbiamo conquistato l’elevazione di Crotone a Provincia, come Classe dirigente, lo abbiamo fatto perché i partiti erano ispirati da regole e rispetto dei livelli di responsabilità. Avevamo un solo deputato, oltretutto del PCI che era opposizione: l’On. Sama’.

Ma la DC Crotonese ebbe il merito di partecipare ad uno sforzo unitario che non lasciò alternative ai livelli Regionali e Nazionali del partito nel consentire di agganciare Crotone e Verbania alle altre 5 “Sorelle”.

Oggi è questa la “partita della vita”, non l’accorpamento a Sibari.

Se intendiamo restare una piccola Provincia, probabilmente, passando la proposta Lo Schiavo, avremo 1 la massimo 2 Consiglieri Regionali.

Se invece vogliamo aprire una nuova pagina del Regionalismo Calabrese, l’intero sistema politico locale deve guardare oltre l’asfittica minorità nella quale ci siamo relegati senza che gli altri facessero nulla di straordinario.

Il nostro sviluppo naturale è a Nord, è dove persino la storia ci diede vincenti, benché in armi.

Oggi si tratterebbe di mettere a sistema tutte le peculiarità, le eccellenze e la ricchezza storica, paesaggistica e naturale di cui sarebbe dotato l’intero Arco Jonico Croniate e Sibarita con l’adozione della nuova Provincia Magnograeca.

Mimmo Critelli

Redazione Comitato MagnaGraecia