Distretto energetico a Crotone 

Distretto energetico a Crotone 

Critelli: Favorevole con perplessità

Ho letto con grande interesse le dichiarazioni del Presidente di Crotone Imprese Alfio Pugliese, in merito alla proposta di realizzazione di un Distretto Energetico improntato sulle energie rinnovabili e sull’Idrogeno. 

Una proposta che non può che trovarmi favorevole, salvo alcune riserve che argomenterò nel proseguo della mia riflessione, giacché già dall’estate 2020, in diverse occasioni e mezzi comunicativi, lanciai la proposta di realizzazione del Distretto energetico crotonese come progetto di riqualificazione e valorizzazione dell’attuale area SIN. 

Nutro però, come anticipato, alcuni dubbi circa la proposta del presidente Pugliese, che argomenterò punto per punto di seguito con il solo scopo di vivacizzare il confronto e il dibattito. 

GLI INTERLOCUTORI

ENI rappresenta senz’altro il principale interlocutore per lo sviluppo di progetti legati al mondo della produzione e approvvigionamento energetico, per la sua presenza sul territorio e per l’esperienza maturata nel settore attraverso le sue controllate. 

Un progetto di questa portata però, merita il coinvolgimento di una platea più ampia di interlocutori con lo scopo di arricchirne i contenuti e gli effetti sul territorio. 

Si pensi ad A2A, già presente sul territorio, con la sua esperienza maturata nella gestione dei processi energetici, dei processi riguardanti lo smaltimento dei rifiuti e nella gestione dei servizi idrici. 

Si pensi al CNR (Consiglio Nazionale delle Ricerche) l’ente che svolge e promuove attività di ricerca scientifica e tecnologica su tutto il territorio nazionale. 

Si pensi inoltre, agli istituti universitari, ed in particolare all’Università della Calabria e al Dipartimento di Ingegneria Meccanica ed Energetica. 

In tal senso, la realtà a cui ambire è quella del distretto produttivo Etna Valley, un distretto improntato sulla ricerca e produzione tecnologica nell’area industriale della città di Catania, con oltre 5.000 impiegati. Un’area che vede la collaborazione di istituti di ricerca e aziende leader nei settori delle energie, delle telecomunicazioni e dell’elettronica. 

L’AREA SIN: DIFFERENZE CON IL POLO INDUSTRIALE DI GELA

Il Distretto energetico di Gela si sviluppa nel perimetro del polo petrolchimico della città sicula, imperniata sulla bioraffineria di proprietà di ENI. 

Sulla ex discarica fosfogessi, già messa in sicurezza in modo permanente, Eni Rewind ha realizzato un impianto fotovoltaico da 5 MW, occupando una superficie di oltre 55 ettari. 

La principale differenza rispetto al sito SIN di Crotone è che il polo di Gela è in piena attività produttiva, con diverse aziende che operano nei settori chimici e petrolchimici. 

In questo contesto, le aree oggetto di bonifica, quale la ex discarica fosfogessi, non rappresentano aree di particolare interesse per progetti di sviluppo produttivo e urbano. Pertanto, le prospettive di riutilizzo di quelle aree si prestano perfettamente alla realizzazione di infrastrutture permanenti o semipermanenti al servizio delle attività ivi presenti. 

Il sito SIN di Crotone, invece, occupa un’area strategica per lo sviluppo urbano ed economico della città e dei comuni contermini dell’area Nord. 

Un’area che costeggia la fascia ionica, sulla quale insiste il porto industriale della città, cerniera di congiunzione con quartieri tagliati fuori dal contesto urbano, quali Margherita, Gabella, Cantorato e i comuni settentrionali della valle del Neto e che, pertanto, avrebbe dovuto rappresentare la naturale estensione urbana di una città costiera. 

Realizzare in questo contesto un parco fotovoltaico di quelle dimensioni, significherebbe inibire la realizzazione di qualsiasi progetto di riqualificazione e nuova destinazione d’uso, sottraendo alla città un’area di grande interesse urbano. 

Un “cimitero” fotovoltaico che, per quanto nobile sia, comporterebbe un impatto ambientale (inteso come occupazione di terreno utilizzabile) e visivo (una lastra fotovoltaica a ridosso della costa) notevole e penalizzante, una ulteriore e definitiva barriera architettonica. 

Considerando che lo sviluppo di una filiera dell’idrogeno e delle energie rinnovabili richiede quantità significative di energia e che, le stesse rinnovabili, sono caratterizzate da una natura aleatoria dipendente dalle condizioni climatiche, esiste un’alternativa meno impattante ed energeticamente più produttiva che risolverebbe l’occupazione di 50-60 ettari da destinare ad altri usi.   

Parlo della possibilità di realizzare un parco eolico off shore a 45 km dalla costa, come previsto dall’accordo tra ENI Plenitude e la società Simply Blue Group, con una potenza installata di 1 GW (gigawatt).

Il suo impatto visivo dalla costa sarebbe nullo e non interferirebbe con nessuna attività cittadina, evitando al contempo la sottrazione di aree strategiche. Inoltre, per un impianto di questo tipo, si stima una capacità produttiva di oltre 3 TWh (terawattora), in grado non solo di alimentare un Distretto energetico ma anche di garantire approvvigionamento per le attività produttive locali, l’elettrificazione dei processi portuali e retroportuali e le famiglie. 

Il progetto dovrà avere l’ambizione, anche coniugandosi con la Zona Economica Speciale(ZES) del Sud, di riportare la Città di Crotone e lo Jonio all’attenzione nazionale ed Europea.

Ma oltre all’ambizione, le classi dirigenti locali dovranno avere l’obiettivo di creare nuove opportunità di lavoro per i tanti giovani che non vogliono immaginare la loro prospettiva di vita lontano dalla propria terra. Ed allo stesso modo, offrire l’opportunità, alle migliaia di laureati che ,oggi, acquisiamo esperienze professionali lontani dalla Calabria, di poter valutare l’opzione di un ritorno a casa, ricchi di un bagaglio di esperienza che vorremmo offrire alle nostre comunità. Questa è la sfida per la politica e non solo: sconfiggere la desertificazione e predisporre le condizioni per lo sviluppo e la crescita.

Alessio Critelli

Redazione Comitato MagnaGraecia