Centro storico, Lauria: “Si muore di immobilismo, non di studenti che si spostano”
Le occasioni mancate lasciano il posto alle chiacchiere
Ogni volta che una o più classi del liceo artistico lascia il centro storico per motivi di agibilità si grida allo scandalo. Si parla di depauperamento, di fuga, di desertificazione. Ma la verità è che il centro storico non si svuota perché trenta o cento ragazzi scendono allo Scalo: si svuota perché al momento non c’è visione, perché da anni si preferisce agitare spettri piuttosto che costruire prospettive. Le responsabilità sono chiare: gli organismi competenti dichiarano inagibili parti di immobili, e di fronte a un problema concreto di sicurezza non ci si può voltare dall’altra parte. Non è il trasferimento temporaneo di alcune classi il nemico del centro storico. Il nemico è l’immobilismo.
Un centro che vive di chiacchiere
Si continua a parlare di tribunale, di presidi, di immobili da acquisire. Ma, al di là delle solite sensibilità di categoria, la città resta muta. La riapertura del presidio giudiziario, ad esempio, non ha generato una partecipazione popolare diffusa. Mentre per il centro storico si alternano soltanto slogan e idee lanciate al vento, senza che diventino mai progetti concreti. Un piano colore? Rimasto su carta. Arredi floreali per rendere vivi i quartieri? Mai visti. Interventi estetici per attrarre investitori? Assenti. Ostuni insegna, la Grecia pure: basta il bianco, il verde, la cura del dettaglio per cambiare il destino di un borgo. Qui invece si resta prigionieri a volte del degrado e della retorica.
Occasioni mancate
Da anni si lanciano suggestioni: una scalinata davanti alla cattedrale (guarda foto in un disegno IA rivisto), che potrebbe diventare un polo di socialità e un volano per investimenti privati, con locali, lounge bar, spazi ricettivi. Un’idea semplice, potente, che in altre città avrebbe trovato sponsor e sostenitori. Qui è caduta nel silenzio. Intanto si continua a gridare “al lupo” per ogni minimo spostamento, alimentando la paura dello svuotamento. Ma non c’è peggior desertificazione di quella generata dall’inerzia e dalla mancanza di progettualità.
Il punto
Non sono i ragazzi del liceo a svuotare il centro storico. È la città stessa, che non crede più nella bellezza dei suoi spazi e non sa investirci. Finché ci limiteremo a piangere sull’ennesimo trasferimento, e non avvieremo cantieri reali, il vero lupo continuerà a banchettare indisturbato: si chiama immobilismo. E questo vale tanto per il centro storico di Rossano quanto per quello di Corigliano.
Matteo Lauria