Crotone, Lentini: “Una città amministrata per finta”

Crotone, Lentini: “Una città amministrata per finta”

Al bando approssimazione e pressapochismo. Servono visione e prospettiva

Una città non si governa con l’approssimazione e con il pressapochismo solo per perpetuare l’autoconservazione. Una città si governa con una visione. Con una visione strategica e trasformativa dell’intera area urbana. In special modo oggi, il tempo di sfide che l’età della complessa globalizzazione ci pone e c’impone, atteso che le città, diversamente da non molto tempo fa, sono chiamate a svolgere ruoli e compiti straordinariamente complessi. Penso alle relazioni e al dialogo tra residenti e immigrati e alle conseguenti tensioni sociali. Penso alla difesa delle persone più deboli e più fragili. Gli anziani. Le persone con disabilità. Penso alle famiglie che vivono nell’indigenza e nella miseria. E penso alle infrastrutture. I sistemi idrici. I sistemi dei rifiuti. I sistemi idrogeologici. Sistemi tutti messi in crisi dai rovinosi e terribili e, in alcuni casi, catastrofici cambiamenti climatici. Di fronte ad una complessità di questo genere e di questa portata la politica, invece, si riduce agli slogan. Slogan ormai diventati l’arma di condizionamento delle persone perché fanno rumore. Riempiono le pagine dei giornali e dei social.  Ma non servono e non costruiscono nulla. E, soprattutto, non aiutano a risollevare le sorti delle città e di una città come Crotone che chiede e attende risposte. L’esempio tipico di questo nullismo è quest’amministrazione comunale. Con un primo cittadino che, sulla guerra dichiarata, e mai portata seriamente avanti, contro la multinazionale del cane a sei zampe, la matrigna Eni,  vive di rendita sul proprio ruolo e sulla propria doppiezza. Un “mister Hyde e dottor Jekyll” in abiti crotonesi che vede il potere come un fine e non come un mezzo. Il suo orizzonte e il suo fine è ormai divenuto, in maniera lampante, la tutela della propria posizione particolare e non l’interesse collettivo. Un primo cittadino senza una visione e senza una strategia e senza la capacità di immaginare una città migliore di quella che ha ereditato, diventa la dimostrazione plastica di come si consuma la distanza tra “chi amministra per davvero” e “chi amministra per finta”. “Chi amministra per davvero lavora silenziosamente, Costruisce. Progetta. E soprattutto non si nasconde e si assume le responsabilità per cui ha chiesto il consenso ed è stato eletto”. “Chi amministra per finta, [come il primo cittadino di Crotone], preferisce le frasi ad effetto!. Gli scontri verbali e, ultimamente, anche quelli fisici nel palazzo e nei palazzi delle istituzioni. Preferisce gli annunci. I proclami. Le passerelle. E le inaugurazioni. “Creando, senza saperlo, l’effetto sipario. Il sipario quando si chiude lascia il nulla. E il niente”.

Non vi è nessuna opera strategica e trasformativa. Nessuna crescita. Nessun beneficio per la comunità. Una città non si amministra con la paura e il potere di perdere potere e, conseguentemente, le indennità. Una città invece si guida con coraggio. Con il coraggio di trasformarla per offrire opportunità per tutti. Per quelli che restano. E per quelli che sono andati via. E chi non comprende questo, chi pensa che governare significhi proteggere sé stesso e il suo cerchio magico e fare le sceneggiate non è adatto a fare il primo cittadino poiché non aiuta la propria comunità. Non aiuta le persone, Non supporta le imprese. Non aiuta l’intero  territorio provinciale. E’ un ostacolo. Perché lo sviluppo vero, quello che lascia traccia, non nasce dall’autoconservazione, ma dalla visione. E la visione, a differenza degli slogan, non si improvvisa. Potrà e potranno dire, e continuano a ripeterlo come un triste litania, di rappresentare il cambiamento e di essere “migliori di quelli di una volta”, ma senza idee, senza responsabilità e senza un progetto vero e reale, resteranno sempre e soltanto dei gestori del potere, non dei costruttori di futuro. E’ ora di finirla. Il tempo avuto a disposizione , e che gli è stato concesso dai cittadini crotonesi , e anche in maniera generosa , per dimostrare di essere e di rappresentare il cambiamento e il rinnovamento è scaduto abbondantemente. Il risultato di tutta questa improvvisazione e di questo pressapochismo e di questa superficialità è che nei prossimi mesi con un clima impregnato di odio e di rancore e di risentimento non sarà facile una svolta. O, meglio ancora, la svolta di cui ha bisogno necessita Crotone. Tranne che la città, i suoi rappresentanti politici in primis e poi le organizzazioni datoriali e i sindacali e le associazioni e i movimenti presenti sul territorio non decidano di mettersi in gioco. Privilegiando il territorio. Gli interessi di Crotone e dei crotonesi. Senza steccati ideologici. Senza ripicche. E senza manie di (sciocco) protagonismo.

Si parta immediatamente con il programma amministrativo. Un programma amministrativo ambizioso e visionario per trovare gli uomini e le donne in grado di sostenerlo e di fortificarlo e di implementarlo. Con coraggio. Con forza. Con determinazione. E, soprattutto, in maniera autorevole. Affidabile. E autonoma. Un programma capace di riavviare e rilanciare una città ripiegata su sè stessa. Senza memoria. Triste. Disperata. Isolata. E marginalizzata.

Se non ora, quando? Se non noi crotonesi, chi?

Giovanni Lentini

già Assessore provinciale alla Cultura

Redazione Comitato MagnaGraecia